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Intro


L’Unione Europea, attraverso la politica di sviluppo regionale mira a raggiungere la coesione economica, sociale e territoriale riducendo le disparità fra le diverse regioni degli Stati membri. A seconda del prodotto interno lordo (PIL), le regioni europee si distinguono in:

  • Regioni meno sviluppate: con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria
  • Regioni in transizione: con un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media comunitaria
  • Regioni più sviluppate: con un PIL pro capite superiore al 90% della media comunitaria.Regioni meno sviluppate: con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria.

Per il raggiungimento di tali obiettivi, l’Unione europea - sulla base di accordi stipulati con i singoli Stati membri e secondo regole condivise - assegna in un arco temporale di sette anni (ciclo di programmazione) specifiche risorse finanziarie a cui si aggiungono quelle nazionali messe a disposizione dai medesimi Stati Membri. Nel periodo di programmazione 2014-2020, la “Politica di coesione” si realizza, ai sensi del Regolamento (UE) n. 1303/2013, attraverso l’utilizzo di 5 fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE):

  • il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) che promuove uno sviluppo equilibrato nelle diverse regioni dell’UE; Il FESR promuove e finanzia, in molti settori diversi, anche la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale (la cosiddetta cooperazione territoriale europea)
  • il Fondo Sociale Europeo (FSE) che sostiene progetti in materia di occupazione in tutta Europa e investe nel capitale umano dell’Europa;
  • il Fondo di Coesione che assiste gli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media dell’Unione europea (Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria). L’Italia non è interessata dai suoi interventi;
  • il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) che si concentra sulla risoluzione di sfide specifiche cui devono far fronte le zone rurali dell’UE;
  • il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) che aiuta i pescatori a utilizzare metodi di pesca sostenibili e le comunità costiere a diversificare le loro economie, migliorando la qualità della vita nelle regioni costiere europee.

L’utilizzo e il funzionamento di tali Fondi sono disciplinati dai Regolamenti della Commissione europea nell’ambito del “Quadro Strategico Comune” (QSC), che detta i principi guida per l’attuazione della “La strategia Europa 2020” declinata in tre priorità:

  • crescita intelligente (migliore istruzione, maggiore ricerca, utilizzo delle tecnologie della comunicazione);
  • crescita sostenibile (economia efficiente in termini di risorse, più verde e più competitiva);
  • crescita inclusiva (migliori posti di lavoro in numero maggiore, investimenti in competenze e formazione, modernizzazione del mercato del lavoro e dei sistemi di welfare e diffusione dei benefici della crescita in tutte le regioni dell’UE).

In raccordo con le tre priorità sopraindicate sono stati definiti i seguenti 11 Obiettivi Tematici:

Ricerca e innovazione,Tecnologia dell'informazione e della comunicazione,competitività delle pmi,Economia a bassa emissione di carbonio,Lotta ai cambiamenti climatici, Ambiente ed efficienza delle risorse, 
Trasporto sostenibile,occupazione e mobilità, Inclusione sociale, Istruzione e informazione più efficaci,Amministrazione pubblica più efficiente.

In linea con tale Strategia, ogni Stato membro - di concerto con le competenti autorità nazionali e regionali e in collaborazione con la Commissione Europea – ha elaborato un Accordo di partenariato che interessa tutti i Fondi SIE. Tale documento delinea il quadro strategico di sviluppo a livello nazionale e definisce la distribuzione delle risorse comunitarie e di cofinanziamento nazionale su tutto il territorio. Le Amministrazioni regionali e centrali destinatarie di tali risorse pianificano all’interno di documenti programmatori anch’essi di durata settennale (Programmi operativi regionali – POR e Programmi operativi Nazionali – PON) gli interventi da realizzare e gli obiettivi da raggiungere in coerenza con la strategia di sviluppo definita nell’Accordo di partenariato.


In tale contesto, l’IGRUE svolge in Italia un ruolo di presidio a livello centrale sull’attuazione degli interventi di Politica di Coesione attraverso:
  • la supervisione degli aspetti finanziari, cercando di conciliare le esigenze di spesa finalizzata allo sviluppo socio-economico delle aree territoriali in ritardo di sviluppo con le esigenze di rigore del bilancio e della finanza pubblica in generale;
  • la gestione del Sistema Nazionale di Monitoraggio (SNM); tale sistema viene alimentato dalle Amministrazione regionali e centrali titolari di Programmi operativi che, attraverso propri sistemi informativi, trasferiscono le informazioni di carattere finanziario, di avanzamento procedurale e di raggiungimento degli obiettivi rispetto ai target previsti relativamente agli interventi di propria competenza.


Il SNM, come previsto nell’Accordo di Partenariato 2014-2020, rappresenta a livello nazionale la fonte dati di riferimento per le elaborazioni richieste nei diversi rapporti e documenti ufficiali sullo stato di avanzamento dei Programmi operativi nei confronti della Commissione europea. Inoltre, rappresenta la banca dati di riferimento a supporto delle attività di analisi, verifica e di comunicazione svolta da diversi organismi istituzionali tra cui Agenzia per la Coesione Territoriale, Banca d’Italia, ISTAT, Corte dei conti italiana, Guardia di Finanza, OpenCoesione ecc.
Nel rispetto del principio dell’e-cohesion e al fine di garantire una maggiore qualità e completezza delle informazioni, il patrimonio informativo presente nel SNM viene ulteriormente arricchito grazie all’interoperabilità con Banche dati esterne tra cui: Banca dati della Pubblica Amministrazione (BDAP), Banca dati dell’Agenzia Nazionale per l’Anticorruzione (ANAC), Anagrafe Tributaria e Banca dati del Codice Unico di Progetto (Anagrafe dei Progetti del Sistema CUP) gestita dal Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.